RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: cancellazione reale dei posti di lavoro e dei servizi pubblici.

La consultazione pubblica si è rivelata un “bluff”,  il modo innovativo di partecipazione altro non è che muoversi solo lungo le direttive di Confindustria e del Governo, escludendo ogni forma di rappresentanza collettiva e organizzata di lavoratori e lavoratrici, per cui al massimo sarà possibile mediare su qualche punto irrilevante perchè quello che conta (tagli al personale e ai servizi, mobilità, sostanziale perdita del potere di acquisto e di contrattazione) non sarà oggetto di cambiamento.RIFORMCASSA

E’ quanto traspare dal report finale del Ministero  della Funzione Pubblica.

Ma dal report  traiamo qualche riflessione in più. Le email arrivate al ministero sono per lo più richieste di rinnovi contrattuali a dimostrazione che i 5 anni e passa di blocco, hanno impoverito i dipendenti pubblici e sostanzialmente bloccato la stessa contrattazione decentrata utilizzata in maniera strumentale, non più per ridistribuire salario, ma al contrario per abbassare il costo del lavoro.

Le e-mail, che non vengono integralmente riportate, ma analizzate strumentalmente per avvalorare la posizione precostituita del Governo, avrebbero avanzato proposte che coincidono, guarda caso,  con quelle dello stesso Governo. Ma è mai possibile che i lavoratori e le lavoratrici siano intervenuti/e per sostenere le tesi di Renzi e Madia? Quale altra bugia ci racconteranno per sostenere la devastazione dei settori pubblici?

E quindi, anticipata dalla consueta fanfara mediatica, il Consiglio dei Ministri  ha approvato un disegno di legge soprannominato“Delega al Governo per la riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche”che altro non è che un’ulteriore mattanza della pubblica amministrazione, in sintesi:

  • Introduzione del ruolo unico, abolizione delle fasce economiche, incarichi a termine e pensionamento anticipato dei dirigenti (da sostituire con altri dirigenti part time e con rapporto “fiduciario” magari con la propria amministrazione). Basterà lasciarli senza incarichi per accelerare il loro licenziamento e così i nuovi politici al governo potranno avere campo libero e scegliersi i loro;
  • Mobilità obbligatoria nel raggio di 50 Km, con il passaggio anche  da un’amministrazione all’altra e con il demansionamento dei lavoratori che in conseguenza dei tagli, delle riduzioni degli uffici e degli accorpamenti saranno dichiarati in esubero. Di fatto diventa un  incentivo agli esoneri cosiddetti volontari come strumento per tagliare posti di lavoro (se sei vicino alla pensione o se hai figli/anziani a carico e ti sposto di 50 Km, nei fatti sei  costretto a scegliere tra famiglia e lavoro, quindi se hai una certa anzianità di servizio puoi lasciare il lavoro prima del tempo ma con una forte contrazione dell’assegno previdenziale che ovviamente riscuoterai al raggiungimento dell’età minima per la pensione);
  • saranno incentivati i contratti part time per sostituire quelli a tempo pieno, ragion per cui il contratto di riferimento in molti settori e servizi sarà quello a tempo ridotto (minore spesa di personale e maggiore flessibilità);
  • soppressione di enti ritenuti inutili e riduzione delle Camere di Commercio,  per favorire la liberalizzazione del commercio;
  • accorpamento di Aci, Pra e Motorizzazione Civile;
  • riorganizzazione e accorpamento delle Ragionerie Provinciali, delle sedi regionali Istat e riduzione delle Prefetture a 40, con una competenza regionale o similare;
  • accorpamento delle Sovrintendenze e dei Poli Museali, rivendicando di fatto una gestione manageriale e profit della cultura;
  • soppressione dal 1 ottobre 2014 delle sezioni staccate di tribunale amministrativo regionale;
  • unificazione delle scuole di formazione;
  • riorganizzazione alias riduzione delle aziende municipalizzate e apertura alle privatizzazioni, ovviamente senza spendere una parola sul personale delle stesse;
  • riduzione da agosto 2014 dei permessi sindacali delle organizzazioni sindacali rappresentative ma molto peggio è la riduzione del già esiguo monte ore di permessi delle RSU. L’obiettivo del Governo Renzi è quello di indebolire il potere dei sindacati all’ interno dello scontro politico interno al suo partito, ma finirà per tagliare quelli dei delegati di base aziendali che prendono qualche ora di permesso per esercitare il loro ruolo in Rsu , e non quelli degli apparati sindacali filogovernativi confederali che godono già di risorse economiche consistenti e di prebende e benefit governativi che in realtà li farà continuare a beneficiare e mantenere i loro distacchi/poltrone sindacali.

Non una parola sul rinnovo dei contratti pubblici ormai fermi al 2009 e la catastrofica perdita di salario, nessun accenno a progressioni economiche e percorsi di carriera.

Non un accenno alle centinaia di migliaia di precari pubblici, che ad oggi non hanno nessuna prospettiva concreta di stabilizzazione.

Nessuna soluzione in questo colossale quadro di tagli, accorpamenti di uffici, di enti e aziende partecipate, di mobilità ed esubero del personale, riguardo   ai servizi all’utenza,  che saranno fortemente penalizzati.

Nessun riferimento a reinternalizzare finalmente funzioni pubbliche centrali, come nelle Agenzie Fiscali il servizio riscossione demandato all’odiata Equitalia e i sistemi informatici gestiti dalla Sogei, esternalizzazioni che hanno avuto negli anni risultati molto scadenti.

Renzi e Madia sanno che i sindacati confederali, a difesa dei diritti dei lavoratori e della cittadinanza tutta, oltre alle chiacchiere producono poco o nulla.
Cgil, Cisl, Uil sono alleati del Governo, gli ultimi a capirlo sono in certi casi proprio i dipendenti pubblici.

Occorre su questo aprire  veri conflitti in tutti  i luoghi di lavoro al fine di creare le condizioni per autorganizzare le proprie rappresentanze di base e opporsi al disegno renziano che vuole cancellare il lavoro pubblico, le amministrazioni e i diritti complessivi del personale.

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