A causa delle nuove modalità di pagamento degli stipendi ai precari della scuola, novità introdotte dal Governo tecnico senza una preliminare e adeguata organizzazione del Tesoro, grazie all’indolenza dei dirigenti scolastici che firmano i contratti di supplenza breve e poi non li onorano al momento della retribuzione, grazie anche ad una certa passività sostanziale di molti sindacati, la Scuola sta precipitando sempre di più nell’affossamento dei diritti costituzionali del suo personale supplente: Sembra si stia seppellendo definitivamente il diritto ad una retribuzione in tempi certi e si stia creando una vera e propria discriminazione economica rispetto agli altri lavoratori statali.
Qual’è il fine di questa grottesca situazione dove il Ministero dell’Economia si appresta con efficienza all’operazione “Monti-Bond” e al salvataggio di una banca mentre da mesi non si pagano gli stipendi a decine di migliaia di insegnanti, amministrativi, ausiliari supplenti che si alzano tutti i giorni alle 5 o alle 6 del mattino per far funzionare regolarmente un servizio pubblico.
Colpire burocraticamente il diritto ad una puntuale retribuzione dei supplenti della scuola ha, a nostro avviso, il chiaro significato di colpire la Scuola stessa, demotivando, disincentivando e mortificando il lavoro del suo personale contrattualmente più debole.
Eppure la Costituzione, agli art. 35 e 36. recita che “la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni” e che “il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto”
Una palese indecente violazione dei diritti sindacali, civili, economici dei cittadini si sta consumando, pubblicamente e senza pudore, nelle viscere dell’apparato dello Stato in totale dispregio del principio costituzionale di buon
andamento e imparzialità della Pubblica Amministrazione (art. 97 cost.). Violazioni per il quale i funzionari e i dipendenti dello Stato dovrebbero essere direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici (art. 28 Cost.).
Perchè i sindacati confederali non riescono ad imporsi facendo rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori precari della Scuola? Perchè alcune Organizzazioni si limitano a suggerire una diffida contro l’Istituto scolastico che non paga, nonostante sia in ballo un grosso disservizio di sistema che crea danni enormi alla collettività?
Occorrerebbe un sussulto corale di dignità contro quegli Apparati dello Stato che si fanno beffa della stessa Carta Costituzionale.