Pensione: chi può andare nel 2015

Pensione AnticipataPensione Anticipata

La pensione anticipata è una prestazione economica introdotta nel 2012 dalla riforma previdenziale “Monti-Fornero” cui si ha diritto al raggiungimento di una determinata anzianità contributiva. L’istituto della pensione anticipata è stato introdotto per tutelare chi ha iniziato la propria attività lavorativa in giovane età, onde evitare un’eccessiva penalizzazione in virtù dell’introduzione dei nuovi requisiti d’età per l’ottenimento della pensione di vecchiaia, sempre contenuti nella riforma “Monti-Fornero”. A seguito dell’introduzione della nuova normativa ecco quali sono i requisiti richiesti:

  • dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2015, anzianità contributiva: uomini 42 anni e 6 mesi, donne 41 anni e 6 mesi;
  • dal 1° gennaio 2016, anzianità contributiva: uomini 42 anni e 6 mesi*, donne 41 anni e 6 mesi*

*Requisito da adeguare alla speranza di vita

 

La nuova legislazione prevede inoltre una riduzione sulla quota retributiva del trattamento pensionistico maturato: viene applicata una riduzione pari a 1 punto percentuale per ogni anno di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto all’età di 62 anni; questa riduzione è elevata a 2 punti percentuali per ogni anno ulteriore di anticipo rispetto all’età di 60 anni. Nel caso in cui l’età al pensionamento non sia intera, la riduzione percentuale sarà proporzionale al numero dei mesi.

Eccezioni per le donne

L’uscita di sicurezza inizierà a chiudersi tra poche settimane. Dal prossimo mese di marzo non sarà più possibile per le lavoratrici autonome andare in pensione a 58 anni, con 35 di contributi, accettando un assegno decurtato per l’applicazione del calcolo contributivo. Poi da settembre l’alt verrà dato alle dipendenti, che avrebbero potuto scegliere la stessa via di fuga già a 57 anni. Questo è quanto specificato in una circolare INPS.
Ma la questione rimane controversa, perché la Commissione Lavoro del Senato ha approvato una risoluzione che impegna il governo a rivedere la situazione.

La riforma delle pensioni voluta dal Governo Monti contiene una eccezione rispetto alla nuova pensione di vecchiaia (a 66 anni) e alla nuova pensione anticipata (con 42 anni di contributi). Si tratta del sistema che prevede il calcolo della pensione sulla base dei contributi versati e non sulla base delle retribuzioni percepite come previsto dal sistema retributivo. Il sistema contributivo riduce l’importo del trattamento di pensione rispetto al calcolo con il sistema retributivo e quindi il Governo ha inteso agevolare le donne che hanno optato per il sistema più favorevole per l’ente pensionistico.
I requisiti per ottenere la pensione anticipata con questa penalizzazione sono i seguenti:
– Età di 57 anni per le donne dipendenti, elevata a 58 anni di età per le lavoratrici autonome;
– Almeno 35 anni di contributi.
Questa eccezione è valida sono fino al 2015.

DEFINIZIONE TECNICA:

La riforma “Monti-Fornero” ha cancellato le vecchie pensioni di anzianità, con le relative “quote” intese come somma di età anagrafica e contribuzione, e ha introdotto la pensione anticipata. Si tratta di una prestazione che è concessa a chi ha un’anzianità contributiva di almeno 42 anni e 1 mese se uomo o 41 anni e 1 mese se donna. Non è prevista un’età anagrafica minima, ma per chi chiede la pensione anticipata prima dei 62 anni è stabilita una penalizzazione pari all’1% per ogni anno di anticipo entro un massimo di due anni e al 2% per ogni anno ulteriore rispetto ai primi 2. I requisiti contributivi sono aumentati a 42 anni e 5 mesi se uomo e 41 anni e 5 mesi de donna dal 1° gennaio 2013 e di un altro mese dal 1° gennaio 2014.

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