A.S.La COBAS SCUOLA: Migliaia di precari della scuola aspettano da mesi di ricevere lo stipendio: si tratta dei supplenti cosiddetti “brevi”, incaricati direttamente dai dirigenti scolastici di sostituire il personale di ruolo anche per pochi giorni. Michela Miglietta (A.S.La COBAS SCUOLA) invia una diffida al Ministero.

C’è anche chi aspetta da febbraio. Sono i supplenti cosiddetti “brevi”, quelli che sostituiscono il personale di ruolo anche per alcuni giorni e che spesso devono caricarsi di spese per viaggi, trasferte e pernotti.Migliaia di precari della scuola

Michela Miglietta (A.S.La COBAS SCUOLA): è inaccettabile, se la situazione non si sbroglia siamo pronti a diffidare e mettere in mora l’amministrazione. Non bastava percepire le buste paga più leggere d’Europa…

Migliaia di precari della scuola aspettano da mesi di ricevere lo stipendio: si tratta dei supplenti cosiddetti “brevi”, incaricati direttamente dai dirigenti scolastici di sostituire il personale di ruolo anche per pochi giorni. Il mancato pagamento, in diversi casi a partire dallo scorso febbraio, è particolarmente grave perché spesso i docenti e Ata della scuola che subentrano debbono affrontare lunghi viaggi e spese di pernottamento per assolvere l’impegno lavorativo: come anche rilevato dalla stampa specializzata, negare lo stipendio ai supplenti significa non solo minare la loro dignità e professionalità messa al servizio delle nuove generazioni, ma anche metterli in seria difficoltà economica.

È paradossale che il disguido si manifesti proprio ora che le procedure dei pagamenti non sono più legate alla mancanza dei fondi di ogni singola scuola, ma sono diventate di competenza dell’amministrazione economica centrale. E interamente on line, con il Mef che ‘carica’ gli stipendi sul ‘Sicoge’, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica.

Qualora queste indicazioni non dovessero produrre dei risultati concreti, con un’assegnazione repentina tutte le mensilità mancanti ai supplenti, il sindacato A.S.La COBAS ha deciso diffidare il Miur e i direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali: è infatti giunto il momento di porre fine a questa pessima abitudine di considerare opzionale la regolarità dei pagamenti per il personale precario. Ricordiamo, a tal proposito, che il diritto alla retribuzione di tutti i lavoratori è sancito dagli articoli 35 e 36 della Costituzione.

Coloro che vogliono rivendicare questo diritto non dovranno fare altro che inviare il modello di diffida e messa in mora, messo a disposizione dall’A.S.La COBAS SCUOLA. Qualora l’amministrazione, a seguito della ricezione della diffida, non provveda entro 8 giorni a corrispondere le somme dovute, A.S.La COBAS invita gli interessati a segnalarlo alla casella e-mail scuola@aslacobas.it , al fine di stabilire le strategie legali per la risoluzione del caso.

Secondo Michela Miglietta, , “non è tollerabile che la burocrazia prevalga sui lavoratori, i quali hanno tutti, di ruolo e precari, gli stessi diritti. Anche perché, è bene ricordarlo, già percepiscono uno stipendio tra i più bassi dell’area europea, in media tra i 1.200 ed i 1.300 euro: un docente di ruolo laureato della scuola superiore italiana dopo 15 anni di servizio percepisce meno di 27mila euro lordi, mentre un collega tedesco con la stessa anzianità professionale ha una busta paga di quasi 70mila euro. Ora, alla modesta portata dello stipendio si aggiunge la beffa del suo pagamento ritardato sine die. E questo – conclude Michela Miglietta – non possiamo accettarlo”.

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