“Buco nel sistema informatico”, 75mila supplenti della scuola pubblica non ricevono lo stipendio da tre mesi.

Soldi per tutti, non per la scuola. PRECARIUn esercito di professori, amministrativi e ausiliari rischia di non arrivare alla fine del mese. Sono i 75mila supplenti della scuola pubblica chiamati in massa a sostituire quelli di ruolo per mettere una pezza al colabrodo dell’insegnamento. E poi ripagati con un clamoroso schiaffo: lo stipendio zero. Alcuni non lo ricevono da tre mesi, molti non sanno neppure quando la prima busta paga del 2013 arriverà. I più stremati sono quei 25mila che hanno firmato un contratto annuale, altri hanno lavorato per molte meno ore, anche solo per un giorno. E tuttavia non hanno ricevuto un euro. Quasi diecimila non percepiscono lo stipendio da dicembre o addirittura da novembre. E non sono i soli. Perché sull’altare sacrificale dei tagli, oltre ai docenti precari, sale anche il personale Ata, segretari e bidelli. La denuncia dell’A.S.La COBAS SCUOLA che ha inviato una missiva al Presidente Napolitano affinchè intervenga immediatamente .

Puntiamo il dito contro i ministri dell’Istruzione e del Tesoro “indifferenti e incapaci di difendere la scuola”.

Le nuove disposizioni in materia di pagamento delle supplenze saltuarie nelle scuole che hanno finito per dilatare i ritardi nei compensi degli insegnanti, amministrativi e collaboratori scolastici. Fino al 31 dicembre 2012 le supplenze brevi erano a carico dei singoli istituti. La spending review dello scorso luglio ha deciso invece che, dal primo gennaio 2013, ad occuparsi dei pagamenti sarebbe stato il Ministero dell’Economia. L’intenzione del provvedimento era quella di sgravare le scuole dagli oneri e liberare i presidi sempre costretti a far slittare gli stipendi in attesa di nuove risorse. L’accentramento delle competenze che avrebbe dovuto snellire le procedure ha invece provocato tutt’altro: il sistema informatico che dovrebbe gestire i pagamenti stenta a partire e anche i soldi di gennaio restano al palo: l’ennesimo schiaffo ai lavoratori della scuola. L’alleggerimento, nella pratica, è stato infatti totale e a senso unico: a sei mesi di distanza, regna il caos organizzativo mentre le scuole e gli insegnanti fanno la fame. “Il punto è che in sede di previsione i tecnici hanno sottostimato la spesa per le supplenze  tanto che sono già andati esauriti i 196 milioni di euro stanziati nel 2013 e i 37 milioni di euro come saldo di dicembre 2012. Alcuni istituti hanno anticipato con la cassa il pagamento del mese di dicembre”.

Oltre al danno, si aggiunta  la beffa dei rimborsi. Il Miur aveva promesso che il 12 febbraio ci sarebbe stata un’emissione “speciale”. Ossigeno per chi è arrivato a non respirare, non pagare la benzina, risparmiare sul cibo in attesa del bonifico. Poi è saltata e l’erogazione è stata rimandata al lunedì successivo. Entro le ore 18 di quel giorno le scuole avrebbero dovuto caricare online i dati del singolo supplente. Ma un ulteriore incidente ha fatto saltare l’appuntamento: diecimila istituti nelle stesse ore hanno fatto l’accesso allo stesso server e il sistema informatico è andato subito in tilt. Interruzioni, malfunzionamenti. Alla fine non si sa più chi è stato pagato e chi no.

A.S.La COBAS SCUOLA

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